Il futuro della medicina di genere, all'incontro tra nuove tecnologie dell'informazione e una società che matura
Questa lettura è parte di un percorso di conversazione in cui più volte la medicina, in quanto disciplina dell’investigazione umana, è stata chiamata in causa come elemento che ha perpetuato una discriminazione tra uomini e donne. Questa è una responsabilità che storicamente va assunta in pieno, se pensiamo che solo nel terzo millennio, nel 2003, fu pubblicato uno studio che dimostrava che un ciclo mestruale può contenere più ovulazioni fertili[1] e che solo un paio di anni dopo fu pubblicata il primo studio macroanatomico del clitoride[2]. Ma il nostro intento oggi (come è stato ben chiarito da chi ha parlato prima di me offrendo una definizione di sesso come variabile definita biologicamente e di genere quale variabile che cattura l’espressione dell’interazione tra fattori biologici, culturali, sociali nel definire l’identità dell’individuo) non è quello di concentrarsi soltanto sul futuro della medicina di fronte a uomini e donne, ma di riflettere sull’inclusione della diversità